I numeri hanno una storia che aiuta a comprendere cosa siano; una storia logica ed analogica che è loro propria, ed una storia delle dottrine e delle teorie che li riguardano.
Nell’antichità i numeri erano delle essenze, degli archetipi, a partire dai quali si è ordinato l’universo nel suo complesso.
Il numero ha in sé un potere che è stato deviato dall’uomo, come molte altre cose in natura. Il numero ha una vita propria, irradiante; ogni essere è il riflesso materiale di un numero o di un insieme di numeri, e la scienza contemporanea ha recuperato queste verità fondamentali. Se la scienza dà al suo studio dell’universo un orientamento sempre più matematico, non fa altro che tornare alle antiche concezioni sull’origine e l’armonia del mondo.
Si potrà dire che le teorie moderne non possono essere paragonate alle dottrine antiche perché queste si servivano di numeri semplici e interi, mentre per rendere conto di tutti i fenomeni di un universo in movimento la scienza ricorre ai numeri irrazionali, incommensurabili e trascendenti, quando non utilizza i numeri immaginari.
Gli antichi non consideravano i numeri isolatamente, come entità distinte, ma li visualizzavano come un’unica trama vivente, dove ogni separazione non poteva che essere artificiale; per loro tutti i numeri erano incommensurabili e trascendenti (nel senso metafisico) ed è per questo che attribuivano loro un carattere divino.
L’idea del mondo che si ordina in funzione di certi principi e di certe leggi, dei quali i simboli numerici sono come un linguaggio, è comune ai ricercatori di ogni epoca, di ogni tradizione, di ogni civiltà.
Se i numeri sono una necessità pratica, commerciale e tecnologica, il solo linguaggio comune a tutte le nazioni, essi sono a fortiori la trama e il linguaggio comune di ogni dottrina iniziatica e costituiscono “l’ossatura della gnosi”.
Ricordiamo che in questa scienza globale dell’universo che costituisce la gnosi tradizionale, niente è separato. Vi si tratta, su un piano di uguaglianza e con lo stesso linguaggio, di fisica fondamentale e di psicologia, di astronomia e di fisiologia; bisogna ammettere che tutte le branche della scienza sono vie specializzate di ricerca per un’unica realtà: l’universo.
La gnosi va più lontano della scienza, non si accontenta di descrivere e spiegare i molteplici aspetti del mondo, ma risale alla fonte stessa di tutte le cose esistenti: tratta dell’inconoscibile e dell’increato, ed anche della proiezione dell’essere unico nell’infinito virtuale della molteplicità.
Le più antiche fonti storiche delle dottrine tradizionali dei numeri sono da un lato la rivelazione della Cabala, e dall’altro la visione pitagorica della struttura dell’universo; ma sia l’insegnamento della Cabala sia quello di Pitagora si rifanno a tradizioni molto più antiche.

La CABALA
La Cabala è una conoscenza che sarebbe stata affidata dagli Elohim creatori ad Adamo: gli conferiva la conoscenza “di se stesso, dell’universo e delle manifestazioni della divinità”.
Secondo la Cabala, il mondo è creato per emanazioni successive della divinità increata, che costituiscono i sefirot o numeri fondamentali (allo stesso tempo suoni, vibrazioni) considerati a loro volta come potenze coscienti autonome e creatrici.
Il linguaggio è una combinazione di significati (idee), dunque di numeri, che può essere materializzato sotto l’apparenza del grafismo.

PITAGORA
L’insegnamento superiore di Pitagora cominciava con la dottrina dei numeri.
Il numero non era considerato un’entità astratta, ma la virtù intrinseca e attiva dell’Uno supremo, di Dio, sorgente dell’armonia universale; la scienza dei numeri era la scienza delle forze vitali, delle facoltà divine in azione nel mondo e nell’uomo, nel macrocosmo e nel microcosmo.
Fra le nozioni che si attribuiscono a Pitagora, la più evocativa è quella della musica delle sfere: tutti gli astri emettono dei suoni con i loro movimenti, e l’insieme dei movimenti dell’universo costituisce una sinfonia cosmica.

Il simbolismo attribuito ai numeri è costante attraverso tutte le tradizioni, dai Veda, I king, Tao te King, agli insegnamenti celtici, caldei, egizi, ebraici, dai pitagorici agli alchimisti ed ermetisti medioevali, fino agli occultisti del XX secolo. È il frutto di uno sviluppo logico e analogico dello studio dei numeri, partendo dall’unità, che trova la sua sorgente nella nullità (0).

Elena Pagliuca per A.MI. University

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